La Storia
Il Premio nasce da un’idea di Domenico Pertica una sera di ottobre del 1970, intorno a un tavolino, in una trattoria romana sul Tevere, insieme ad amici giornalisti, letterati ed artisti.
Dopo la prima edizione del ‘71, che si svolse in una trattoria “For de Porta”, dal 1972 il Premio si svolge in Campidoglio nella Sala della Protomoteca diventando così un “Oscar Capitolino”. Dalla seconda edizione aderiscono Aldo Palazzeschi e Vittorio De Sica che faranno parte integrante della Giuria e animeranno insieme al suo ideatore il Premio.
La manifestazioni nel corso degli anni ha cercato di essere sempre fedele allo spirito della sua nascita ed in particolare di rispecchiare la frase di Palazzeschi: “Dobbiamo premiare i buffi, gli umili della società,le donne coraggiose,l’impossibile di questo pasticcio umano”, unita alla genialità ed umanità di Pertica.
Fin dal primo anno Momo aveva ben chiaro ciò che il Premio doveva essere e da attento e appassionato cronista, analizzando gli eventi cittadini e nazionali, ha pensato di riunire persone comuni e personaggi noti, provenienti dai più disparati contesti sociali, in una giornata dedicata alla Simpatia.
La simpatia che etimologicamente si può definire come“la facoltà di partecipare ai sentimenti dei nostri simili e ai loro piaceri e dispiaceri “, nelle definizioni date dai nostri premiati acquista significati molto più ampi e fantasiosi.
Per questo Domenico Pertica ha ideato questa particolare manifestazione che dura da quasi mezzo secolo e che continua ad esistere per la sua originalità e umanità.
Momo, personaggio colto eccentrico, fantasioso e bizzarro, si divertiva e diventava ogni anno regista e attore di un film i cui protagonisti venivano da lui sapientemente mescolati e fusi “nell’impossibile di questo pasticcio umano “.
Nello scorrere la storia del Premio, non ci si meravigli se tra i premiati di alcuni anni si troveranno ragazzi di periferia a fianco di Cardinali, un semplice venditore di aquiloni accanto a un Capitano d’industria, Momo riusciva a mettere insieme le anime diverse di questa nostra Italia e molti dei suoi possibili e impossibili mestieri.
LA PRIMA EDIZIONE SI APRE CON QUESTE PAROLE DI DOMENICO PERTICA
“L’iniziativa muove da un piano umano e individualissimo, e perciò esprime un riconoscimento, al di fuori di ogni enfasi, verso chi ha contribuito a dare alla società il meglio di sé stesso; e chi arricchisce ed esalta i valori essenziali della vita con opera -ora umile ora eccelsa – ma comunque sempre degna di riscuotere il plauso e la simpatia universali. Ecco perché questo mio Premio ha avuto ed avrà sempre quel successo che non può essere una invenzione, ma che esiste da Adamo ed Eva, quando l’uno e l’altro si guardarono e si sorrisero”
Il Premio ha per simbolo un’artistica “rosa”in bronzo, opera dello scultore Assen Peikov. Tutti possono riceverlo: il presidente Sandro Pertini lo gradì quando una folta rappresentanza di “simpatici” andò a portarglielo in Quirinale la mattina del 25 gennaio 1985.
Il riconoscimento premia dal 1971 la parte migliore della società italiana e, secondo quanto stabilisce il suo statuto, “ha un carattere umano e popolare, vuole essere la cronaca di un anno con scelte che cadono su personaggi, oltreché conclamati dalla pubblica notorietà, anche umili e sconosciuti ma che sappiano esprimere per nobiltà di azioni una immagine viva di simpatia e di successo civile”.