Tra le grandi passioni di Momo Pertica, un posto di rilievo spetta senz’altro al giornalismo. Professione che ha condotto con grande impegno e coinvolgimento occupandosi di cronaca ma soprattutto di denuncia sociale sulle questioni cittadine di Roma e delle sue periferie.
In particolare si è occupato da vicino delle 1uestioni sociali di Ostia e di tanti approfondimenti storici e urbanistici sulle tradizioni e sul patrimonio artistico ed archeologico della Capitale.
Momo Pertica ha scritto per numerose testate: per il Giornale d’Italia negli anni ’50 e ’60, successivamente per il Paese Sera, per il Momento Sera, per Il Messaggero ed infine per La Repubbloa.
Il forte attaccamento di Momo Pertica per questa professione, lo ha spinto a svolgerla sino all’ultimo giorno. Anche in fin di vita. Il 16 luglio 2000, infatti, il giorno della sua scomparsa, sulle pagine di Repubblica usciva un suo articolo sulle ultime osterie romane che aveva dettato al alla figlia Laura dal letto dell’ospedale in cui era ricoverato. Articolo, ovviamente battuto a macchina con la sua affezionatissima Olivetti 22.
Ha lavorato per Roma, insomma, fino all’ultimo giorno di vita.